Il 3 luglio varie organizzazioni europee hanno diffuso una dichiarazione di denuncia sulla situazione catastrofica nel Mediterraneo, che assomiglia sempre di più a una fossa comune alla frontiera sud dell’Unione Europea e sull’assoluta meschinità mostrata dai leaders politici nel modo di affrontare tale situazione, visti gli accordi patetici realizzati nel loro ultimo vertice. Oltre a una lista di 12 misure urgenti da prendere, il testo afferma che “l’Europa non può tradire il carattere umanista dei suoi principi fondativi per cedere all’estrema destra razzista e fascista con una politica che torna a criminalizzare lo straniero, il migrante, il diverso e chi è solidale con loro.” (more…)
La forza della femminilità
“Al momento è essenziale un impegno globale e sincero per la protezione della vita”
Nel Forum Umanista Europeo svoltosi a Madrid l’11, 12 e 13 maggio, una delle aree tematiche è stata promossa dall’Associazione delle Donne Umaniste per la Nonviolenza. In esso hanno partecipato come oratori; Annabella Coiro, esperta di comunicazione e educazione per la nonviolenza in Italia; Lydienne Nkaleu, presidente del Comitato di Assistenza per le Donne Bisognose in Camerun; Silvia Beatriz González González, promotrice di La Paz y la Noviolencia in Spagna; Nicole Ndongala, R.D. Congo / Spagna, presidente dell’Associazione Karibú, Spagna; Jenny Infante Labrín, esperta in promozione dell’uguaglianza di genere in Spagna; Sudha Reddy, direttore della Fondazione Ecologica per le Alternative Sostenibili dell’India e Carmen Serra Majada, co-fondatrice della Piattaforma dei Contagiati dell’Epatite C, Valladolid.
Durante il forum si è svolto un seminario esperienziale, sono state sintetizzate le conversazioni e i momenti vissuti tra le promotrici e il pubblico presente.
Nell’intervista Encarna Escribano, presidente dell’Associazione Donne Umaniste per la Nonviolenza e moderatrice dell’area tematica, ci parla dell’associazione e ci spiega i progetti emersi e le conclusioni tratte dal Forum Umanista.
Cosa motiva questa iniziativa?
La vita è minacciata e sentiamo la necessità andare avanti per proteggere la vita. Al momento è essenziale un impegno globale e sincero per la protezione della vita.
Come si può proteggere la vita?
Noi realizziamo laboratori che consentono la connessione con il femminile, che è la connessione con la vita. Dopo che il patriarcato ha degradato la femminilità, c’è stata una disconnessione sempre maggiore con la vita e le conseguenze possiamo vedere tutto ciò che sta accadendo oggi: guerre, carestie, sottrazione del cibo, mancanza d’acqua, distruzione della natura…
In contatto con altri gruppi e lavorando in una rete …
Sì, ogni volta vogliamo contattare più associazioni e abbiamo il progetto di creare una rete di movimenti e rendere visibili tutte queste associazioni non violente che già lavorano. Ad esempio, ci sono persone che agiscono ma si trovano isolati, ciò che vogliamo è generare una rete in cui possiamo interconnetterci per rendere visibili tutte queste azioni non violente e sostenere azioni che possono avere un impatto importante. Ad esempio, le donne di Betlemme vivono in un territorio con tre religioni: musulmana, cristiana ed ebraica e ogni anno organizzano una celebrazione la pace. È un’azione esemplare che potrebbe essere maggiormente diffusa.
Dai workshop al Forum Umanista, promuovendo e organizzando…
È vero, abbiamo lavorato perché il tema delle donne fosse un’area tematica del Forum e perché fosse aperta ad altre associazioni di donne che lavorano nella non violenza. È nata cos’ la necessità della rete di reti, abbiamo scoperto che ci sono altre che agiscono in altri luoghi e che non conosciamo.
E quali conclusioni e progetti si sono materializzati nel Forum Umanista nell’area delle Donne per la Nonviolenza?
Pensiamo a un nuovo modello che superi il patriarcato, un nuovo modello che sta già crescendo ed è necessario tenere conto della necessità di cambiare il nostro sistema di valori, sia donne che uomini. È bene capire che dobbiamo prendere il meglio della storia umana e integrare tutto ciò che è valido ai giorni nostri.
Dobbiamo risvegliare la femminilità, sia negli uomini che nelle donne, perché è stata nascosta, abbiamo bisogno di connetterci con essa e smettere di degradarla per poter integrare la storia.
Come progetto immediato proponiamo di avanzare con la rete di reti, interagendo, intercomunicando, supportando altre azioni che vadano nella nostra stessa direzione.
Noi donne abbiamo la forza di muovere il mondo quando agiamo in favore della vita.
Intervista a Tomás Hirsch
Importante intervista a Tomás Hirsch, deputato umanista cileno, durante il Forum Umanista Europeo a Madrid.
Hirsch parla della convergenza e delle alleanze politiche, della crisi della sinistra in Europa, del ruolo dei deputati e delle relazioni con i movimenti sociali.
Di seguito la trascrizione.
Siamo qui con Tomás Hirsch, deputato umanista cileno, e abbiamo una domanda rispetto a ciò che sta accadendo in Europa: vediamo che in Europa stiamo perdendo molta forza, sta scomparendo ciò che era la socialdemocrazia come forza politica, e nello stesso tempo stanno apparendo altre forze, perché si è creato un vuoto. Vuoi commentare questa situazione, cosa ne pensi?
La socialdemocrazia sta scomparendo in Europa e sta scomparendo in America Latina, e per una ragione molto semplice: tra una brutta copia e l’originale, la gente ha preferito l’originale. Dato che la socialdemocrazia ha finito per aprire il cammino (in Cile diciamo pavimentare la strada) alla destra mantenendo il modello neoliberale, persino approfondendolo, con alcuni ritocchi, “umanizzandolo” un poco, alla fine la gente ha votato per la destra, e altri hanno lasciato la socialdemocrazia proprio perché cercano un’alternativa, un cambiamento strutturale profondo. Oggi non è possibile cercare di “migliorare” il modello, “umanizzare” il modello, “ritoccare” il modello: o sei per questo modello neoliberale individualista, o sei per un cambiamento strutturale profondo della società che garantisca diritti alle persone. La socialdemocrazia non è né per uno, né per l’altro. Noi, perlomeno gli umanisti, con altre organizzazioni, stiamo per fare una rivoluzione nel senso buono della parola: cambiare le strutture sociali affinché la cittadinanza abbia diritti e possa vivere degnamente.
Per una forza politica che comprenda, a un certo punto, di non poter produrre da sola un cambiamento importante e debba in qualche modo lavorare con altri, su quali principi deve basarsi per poterlo fare?
Se si lavora con altri è perché si accetta che sono diversi, pertanto bisogna trovare dei punti di convergenza. Noi in Cile lavoriamo con organizzazioni che arrivano da mondi molto diversi: marxista, femminista, ecologista, liberale e certamente umanista. Coincidiamo nel voler costruire un paese più giusto, un paese più democratico, con più diritti per tutti, meno violento, che non concentri il potere, che sappia creare una costituzione democratica. Questi sono stati punti su cui c’è stata convergenza tra tutti, e manteniamo la diversità in molti altri aspetti della società.
Come si può vincolare maggiormente l’attività del politico con la sua rispettiva base sociale, in termini di responsabilità politica?
Credo che effettivamente sia molto facile, come politico, svincolarti dalla base sociale, dal territorio. Quello che io ho visto in questi due mesi è che il parlamento è come un microclima, è come una capsula: ti sconnette, ti isola, potresti stare dentro lì a vita. Per questo credo sia tanto importante tenere il cavo a terra, e capire che il nostro lavoro fondamentale è nel territorio, il rafforzamento dell’organizzazione nel territorio, il vincolo e il lavoro con i movimenti sociali. Non si tratta di rimpiazzare i movimenti sociali, ma di mettersi al loro servizio, che è un altro sguardo, un’altra concezione: come posso essere utile a questi movimenti sociali nel lavoro parlamentare? Come posso dare impulso a progetti di legge che vengano dai movimenti sociali? Come posso aiutarli a rafforzare la loro organizzazione? Come posso collaborare con loro per aprire porte di fronte al potere dello stato? Questo è il lavoro. Credo, francamente, che nel lavoro parlamentare non abbia alcun senso nient’altro, se non lavorare nel territorio con questi movimenti.
In primo luogo tu sei umanista. Da poco, sei un deputato umanista. Da questa prospettiva, ti sembra che sia possibile produrre un cambiamento sociale importante, come deputato?
Credo che non sia possibile produrre un cambio come deputato, credo sia possibile contribuire, come deputato, a un progetto più ampio. Il progetto è di trasformazione sociale, quindi è importante avere gente anche lì dove le leggi si costruiscono, lì dove ci si può mettere d’accordo con altri, lì dove si può fare pressione ai governi, lì dove si può influire sulle municipalità. Quindi sì, credo che abbia molto senso il lavoro come deputato. Proprio oggi sono due mesi, e sono stati molto intensi. Abbiamo presentato, per esempio, un progetto di legge affinché la cittadinanza possa rendere urgenti progetti di legge che sono lì che dormono in parlamento da anni. Abbiamo affrontato il governo su molteplici temi, esigendo informazione per la cittadinanza e la comunità su diverse situazioni che le riguardano. Abbiamo fornito indicazioni su più di 10 progetti di legge che stanno toccando la salute, l’educazione, la casa, il lavoro, la previdenza. Quindi sì, credo che si possano fare cose. Alcune questioni si stanno già convertendo in legge, anche se sappiamo che ci vorrà ancora abbastanza tempo, ma la cosa più importante – insisto – è come costruire con i movimenti sociali, come contribuire a organizzarsi in una società che rafforza e proclama l’individualismo, la frammentazione, il preoccuparsi ognuno per sé. Quindi si tratta di un lavoro misto: il parlamento e il il territorio della comunità.
Molte grazie
Traduzione dallo spagnolo di Matilde Mirabella
FUE2018 Dichiarazione a sostegno del Popolo Mapuche
Nella sessione finale del Forum umanista europeo 2018 la plenaria ha approvato per acclamazione una Dichiarazione a sostegno del popolo mapuche, che riproduciamo di seguito.
Il deputato cileno Tomás Hirsch, relatore al forum, ha pubblicamente promesso di consegnare questa dichiarazione ai prigionieri Mapuche.
Dichiarazione finale – V Forum Umanista Europeo 2018
Care amiche e cari amici, ci siamo incontrati qui a Madrid, nei giorni 11, 12 e 13 maggio 2018 in un momento di enorme preoccupazione, tanto per la situazione sociale, in cui la violenza cresce e la vita giorno dopo giorno diventa sempre più difficile, quanto per la situazione interna degli esseri umani. La mancanza di senso e di fede nella possibilità di cambiare le cose, porta alla disperazione, all’intolleranza, al nichilismo, alla violenza interna e perfino al suicidio in molti casi.
Ma di fronte a questa situazione, in questo Forum, abbiamo dimostrato che parallelamente si sta costruendo un’altra realtà, che il discorso “ufficiale” nasconde. Abbiamo potuto vedere esempi, dimostrazioni e abbiamo potuto sperimentare tra di noi in questi giorni questa Nazione Umana Universale, che non esiste solamente nel futuro, ma che anzi già oggi sta diventando realtà. (more…)
Mayte Quintanilla: “Creare alternative al mondo di oggi è un atto di libertà che ci unisce”
Mayte Quintanilla, attivista in difesa di una rendita di base universale e incondizionata, è un’umanista di lunga data che si impegna da decenni per trasformare il mondo che la circonda in ambito politico e sociale.
Parteciperà al Forum Umanista Europeo 2018 nell’area di Una Nuova Economia per la Nazione Umana Universale e come oratrice nella sessione di apertura, ma è altresì la protagonista del documentario che sarà diffuso per la prima volta in occasione dell’evento “RBUI, nuestro derecho a vivir”, diretto dal regista Álvaro Orus.
È evidente che il sistema economico nel quale viviamo ci sta portando al disastro. Quando parliamo di una nuova economia, di che cosa stiamo parlando?
Parliamo di un’economia basata su nuovi valori, nella quale il valore fondamentale è l’essere umano e si gestiscono le risorse in modo efficace ed efficiente, per far sì che l’equilibrio ambientale non sia più in pericolo. Parliamo di un’Economia al servizio delle persone e non di persone al servizio dell’economia.
Quali caratteristiche deve avere quest’economia per facilitare il percorso verso una nazione umana universale?
Deve essere liberatoria per le persone, in modo da soddisfare i bisogni primari di tutti. E per bisogni primari intendo il cibo, i vestiti, la casa, la salute, l’energia, le comunicazioni, l’istruzione… Bisogna fare in modo che tutti gli esseri umani del pianeta vivano in pace e in libertà e dispongano dello spazio fisico e mentale per essere in grado di valutare il senso della propria vita, il proprio scopo e il proprio contributo nel mondo in cui sono nati.
Quali gruppi e quali persone prenderanno parte a questo forum?
Finora, abbiamo ricevuto la conferma di partecipazione dell’HRBU ( Umanisti per la Rendita Minima Universale), del BIN (Rete Rendita di Base), di Maro Horta di “Faircoop-faircoin”, di un gruppo di attivisti per l’Economia Basata sulle Risorse, per conto della quale interverrà il giovane Daniel Guardiola, del Gruppo di Studio Montero de Burgos, rappresentato da Carlos Rossique, degli attivisti del Partito Umanista di diversi paesi, di Leopoldo Salmaso di “Moneta Bene Comune” dall’Italia e stiamo aspettando la conferma di “Economistes aterrés” dalla Francia.
Che cosa significa dal punto di vista economico difendere “ciò che ci unisce”?
In questo caso, i gruppi che partecipano a questo forum sono uniti da un intento comune, un’immagine di futuro aperto, un impegno con quest’immagine che coinvolge la creazione di alternative alla violenza strutturale e, con esso, la disobbedienza civile e l’insubordinazione all’ordine stabilito, che adesso è diventato ingiustizia istituzionalizzata. Tutti vogliamo porre fine al dolore e alla sofferenza che affliggono l’umanità ai giorni nostri, cercando di intraprendere un percorso di felicità e libertà.
Che cosa significa per te questa frase a livello esistenziale?
Significa che c’è qualcosa di grande e trascendente dentro ogni essere umano e che quando le persone ascoltano quella voce che protesta dal profondo, creiamo alternative a “ciò che viene concesso” in questo mondo, dove siamo stati abbandonati senza chiederci il permesso; queste alternative, che prima immaginiamo e poi realizziamo, sono atti di libertà, ed è la sensazione di questa libertà a unirci.
Nell’HRBU, che cosa ti aspetti dal documentario “RMU, il nostro diritto di vivere”, che stai promuovendo?
Sarebbe un bene seminare il dubbio su valori come l’autostima basata sulla produzione, così come la dignità di avere un lavoro, l’eticità del lavoro. Che la gente capisca che la ricchezza prodotta su questo pianeta appartiene a tutti e a ciascuno di noi. Con questo documentario, vogliamo affermare che l’essere umano è meritevole fin dal momento della sua nascita, che è un costruttore e un trasformatore del mondo, che è puro potenziale, intenzione e capacità di cambiamento. Sarebbe bello che la gente si alzasse e cominciasse a chiedere ciò che le appartiene.
Quali credi che siano le conseguenze dell’attuazione di una rendita di base?
Vedo persone che possono finalmente mettere in moto la loro percezione, la loro immaginazione e la loro azione per vedere quale contributo apportare al mondo, invece dell’approccio centripeto che siamo spinti a vivere al momento attuale. Attualmente, le persone studiano per vedere cosa possono ottenere dal mondo, cosa possono ottenere in cambio del loro impegno. La propria vocazione e le proprie qualità non possono esprimersi al meglio in un mondo che ci considera come macchine che producono… Ma che cosa succederebbe se non dovessero più mercificare la propria esistenza? Cosa accadrebbe se non dovessero più “vendere” le loro azioni? Alla fine, potrebbero considerare la loro vita come qualcosa di espansibile, crescente, generoso e trascendente.
Sarebbe un inizio nella distribuzione della ricchezza, che ci lascerebbe dell’energia libera per essere in grado di costruire il mondo a cui aspiriamo. Un respiro, un progresso verso la legittimizzazione dei popoli, l’apertura del futuro personale e sociale.
Traduzione dallo spagnolo di Simona Trapani
Guillermo Sullings: “Dalla nostra unione nascerà la forza per trasformare le cose e per trasformare noi stessi”
Guillermo Sullings, economista, scrittore e docente umanista, parteciperà come relatore durante diversi momenti del Forum umanista europeo 2018. Il suo libro Encrucijada y futuro del ser humano. Los pasos hacia la Nación Humana Universal (Incroci e il futuro dell’essere umano. I passi verso la Nazione Umana Universale) è stato tradotto in diverse lingue ed è stato la base per creazione della Red de Constructores de la Nación Humana Universal (Rete dei Costruttori della Nazione Umana Universale, NHU). In questo libro, Sullings propone una valutazione dell’attualità dicendo cosa andrebbe fatto e come per avvicinarsi a questo nuovo mondo
EHF2018: Senza dubbio, per parlare di soluzioni, dobbiamo conoscere il panorama da cui partiamo. Potresti fornirci una breve analisi della situazione attuale? (more…)
Alex Ross: Possiamo raccontare una storia diversa
Il Forum Umanista Europeo di Madrid è ormai prossimo e ci fa piacere introdurre anticipatamente alcuni oratori con un’intervista.
Alex Ross è emigrata dalle montagne della Svevia bavarese alla Landa di Luneburgo. Dopo essersi diplomata, si è trasferita ad Amburgo per imparare un mestiere. Alex come autrice si dedica alla scrittura e come artista alla pittura creativa.
Alex, sei una volontaria del magazine Neue Debatte (nuovo dibattito). Come ci sei arrivata e perché proprio Neue Debatte? (more…)
David Bazo: “Abbiamo bisogno di aprire gli occhi e vedere che ci sono alternative”
David Bazo ha prodotto la colonna sonora del documentario “RBUI, il nostro diritto alla vita”, la cui prima sarà il 12 maggio alle 12.00 nel CC. El Pozo de Madrid, nell’ambito del Forum Umanista Europeo 2018. Artista poliedrico, compositore, produttore, arrangiatore ed esecutore di musica per cantanti, band musicali, New Age, Pop, TV … ci mostra in questo lavoro disinteressato il suo impegno per cause come il reddito base universale e la giustizia sociale.
EHF2018: Puoi parlarci dei pezzi che sentiremo nel documentario?
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Tiberio Feliz: la pluralità come identità
Il professore Tiberio Feliz Murias è il responsabile di UNIDIS (Centro de Atención a Universitarios con Discapacidad) presso l’ Universidad Nacional de Educación a Distancia (UNED) e sviluppa il proprio metodo di docenza presso la Facultad de Ciencias de la Educación. È un facilitatore nato e, una volta conosciuto, si capisce perché diriga un servizio sviluppato da quest’università pubblica spagnola con tanta efficienza. Parteciperà al Forum Humanista Europeo 2018 in qualità di relatore.
Quale ripercussione sociale sta avendo il suo progetto, UNIDIS (Centro de Atención a Universitarios con Discapacidad)? (more…)